martedì 26 maggio 2009

Lettera al Preside di Giurisprudenza sulla laurea a Gheddafi

Al prof. Vanni Lobrano
Preside della Facoltà di Giurisprudenza
SASSARI


Oggetto: Laurea ad honorem a Gheddafi.

Caro Vanni,
faccio seguito al biglietto che ti ho inviato qualche giorno fa, con l’intento di contribuire alla discussione avviata dalla Facoltà di Giurisprudenza dopo l’approvazione della proposta di conferire la laurea ad honorem al colonnello libico Muhammar Gheddafi.
È scontato che il riconoscimento di meriti e di competenze specifiche in ambito giuridico del candidato rientra nell’autonomia e nella piena responsabilità della Facoltà; ed è altrettanto scontato che qualunque sollecitazione esterna, sia a favore che contro debba essere lasciata al di fuori dei termini di una decisione di merito che compete in via assolutamente prioritaria alla Facoltà. Non entro perciò nel tema specifico, intanto perché credo che dobbiamo abbassare i toni e sinceramene non ritengo che la Facoltà abbia voluto beatificare nessuno. Del resto il Senato Accademico non sembra voglia esprimersi positivamente sulla proposta e credo che di fatto abbia voluto prendersi una doverosa pausa di riflessione.
È però del tutto evidente (dalle numerose reazioni critiche e dall’aperta contestazione in qualche caso anche fuori dalle righe), che è stato toccato un nervo scoperto e che l’occasione si è rivelata preziosa per parlare di diritti umani, di squilibri culturali nel Mediterraneo, di condanna del terrorismo alimentato spesso dall’intolleranza e dal razzismo che si è andato sviluppando purtroppo anche nel nostro Paese.
Chi mi conosce sa che ho dedicato la mia vita a costruire rapporti positivi con tutti gli archeologi del Maghreb, con gli intellettuali più aperti e più illuminati, impegnati nella difesa del patrimonio pre-islamico e interessati ad un dialogo con l’Occidente che parta dalla rivalutazione del mondo antico ma anche da un rapporto personale capace di entrare in sintonia con gli altri. Assieme a Te dentro l’ISPROM abbiamo lavorato non per entrare in contatto con i vertici spesso autoproclamatisi, ma con la società civile dei paesi magrebini, con le tante persone di buona volontà che aspettano da noi un gesto di simpatia e di amicizia.
Indubbiamente la figura di Gheddafi è ancora vista in occidente con molte riserve. Eppure la Facoltà di Giurisprudenza ha avuto un merito: quello di porre con forza il problema della cooperazione con la riva Sud del Mediterraneo, magari anticipando i tempi che prima o poi condurranno a mettere una pietra sopra antichi risentimenti ed ostilità. Occorre veramente superare lo scontro fra civiltà ed apprezzo la sensibilità della Facoltà, anche se voglio dire esplicitamente che lo strumento della laurea ad honorem al Colonnello Gheddafi non mi pare appropriato per aprire un capitolo nuovo nelle relazioni della Sardegna e dell’Europa con il popolo libico, al quale dobbiamo guardare con rispetto e con la piena consapevolezza dei gravi errori compiuti nel periodo coloniale. Del resto non credo che una cerimonia controversa possa migliorare queste relazioni e spero che il Senato Accademico voglia contribuire a ricercare altre strade alternative per favorire quei rapporti di amicizia e di cooperazione con il popolo libico che sono alla base della vostra proposta.
Semmai dobbiamo rilanciare per il futuro alcune iniziative scientifiche e didattiche di grande respiro, alcune grandi idee, che sono quelle della Legge Regionale sull’Università che prevedeva la fondazione in Sardegna di un Collegio Mediterraneo aperto agli studenti dei paesi arabi: penso anche alla istituzione di Borse di studio ERSU per aprire le sedi decentrate e l’intero Ateneo a studenti provenienti anche dalla sponda sud del Mediterraneo, alla mobilità dei docenti, alle convenzioni con le più prestigiose Università dei paesi arabi più vicini a noi, alla nascita di centri di ricerca comuni.
Senza dimenticare il passato, con la piena consapevolezza che dobbiamo evitare giudizi affrettati, errori e forzature dall’una e dall’altra parte.
Con affetto e amicizia.

Sassari, 23 maggio 2009.

Attilio Mastino

1 commento:

  1. Caro Professore,
    credo che l'idea di bandire borse di studio per studenti meritevoli del Maghreb sia ottima e potrebbe agevolare il necessario ed inevitabile incontro fra le due sponde del Mediterraneo. Penso in particolare a borse post lauream e di dottorato. Questi giovani dovrebbero essere inseriti nei gruppi di ricerca e lavorare a stretto contatto con i colleghi. Penso poi a quanto sarebbe più semplice nelle nostre attività di ricerca nel Maghreb poter collaborare con persone che si siano formate in parte negli Atenei sardi e con le quali si siano già condivise esperienze formative.
    Le auguro quindi di poter realizzare al più presto questo progetto per il bene della ricerca e della fratellanza tra i popoli
    Un affettuoso saluto
    Alberto Gavini

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