giovedì 18 giugno 2009

Appello finale agli elettori di Attilio Mastino

Cari amici,

domani la nostra Università è chiamata al rinnovo della carica rettorale. L’importante appuntamento arriva dopo una campagna elettorale che è stata intensa, partecipata e ricca di approfondimenti e di veri contributi propositivi. Negli ultimi giorni c’è stata qualche polemica forse eccessiva ma nel complesso questa campagna elettorale ha costituito di per sé non solo un bell’esempio di sana democrazia, ma anche un ottimo risultato da cui partire e di cui (lo dico senza trionfalismi) possiamo legittimamente andare orgogliosi.
Nell’interesse dell’Ateneo voglio continuare a tener fede all’obiettivo che mi sono dato di cercare di sviluppare la discussione su un piano di confronto che consenta a chiunque, sia all’interno sia all’esterno della comunità universitaria, di farsi una giusta idea dei problemi e delle possibili soluzioni, permettendo a tutti di esprimere il proprio punto di vista e di dare il proprio contributo di idee e di programmi, anche a prescindere da chi sarà infine chiamato a ricoprire l’importante carica di Rettore.
Ciò non mi impedisce, tuttavia, e anzi mi impone di dire con franchezza che l’amico e collega Piero Luciano sbaglia quando indica, come ha fatto in questi ultimi giorni, la causa dell’attuale difficile situazione economica dell’Ateneo in un eccessivo avanzo d’amministrazione, a suo avviso impropriamente accantonato nel corso degli ultimi anni. Fra i tanti problemi che il nostro Ateneo – come tutti gli altri – sarà chiamato ad affrontare ci saranno le questioni finanziarie. Ma l’Università di Sassari saprà affrontare anche questa sfida perché finora ha dimostrato saggezza e oculatezza nella gestione finanziaria: l’avanzo consolidato (che rappresenta non più del 10% del bilancio annuale) ne è una dimostrazione. Ma ben altri sono i problemi e le sfide che siamo chiamati ad affrontare e che ho avuto modo di indicare tra i banchi di prova prioritari sui quali dovremo cimentarci, innanzitutto quelli riguardanti un’offerta formativa competitiva e di qualità da cui discende una produzione scientifica realmente di prestigio.
Nei mesi scorsi negli oltre 70 incontri che ho sollecitato e personalmente promosso, ho avuto modo di confrontarmi in piena autonomia con l’intera comunità universitaria, e di consultare approfonditamente centinaia di persone, mettendo volutamente insieme e a contatto fra loro le storie di professori e studenti, di ricercatori e personale tecnico e amministrativo. Abbiamo potuto veramente capire la gravità del momento, l'ostilità di molte delle condizioni cui siamo sottoposti, ma anche la forza e la speranza di quanti a questa nobile istituzione continuano a dedicare il loro tempo, le loro energie, la loro passione. È un capitale non quantificabile, che mi emoziona e che continua a motivarmi anche in queste ultime e più difficili fasi della campagna elettorale, in una prospettiva di forte innovazione, di recupero di efficienza e di nuova managerialità.
Nonostante tutti i suoi problemi, l’Università di Sassari è molto meglio di come talvolta è stata raffigurata in questi ultimi tempi e soprattutto ha al suo interno le energie necessarie per un vasto programma di rinnovamento come è quello che mi prefiggo di guidare se i colleghi e gli elettori mi daranno la loro fiducia. Ma i problemi e le criticità che affliggono l’Università di Sassari, come gran parte delle Università italiane, non sono quelli indicati dall’amico e collega Piero Luciano.
Come vado da tempo sostenendo il nostro impegno prioritario deve riguardare la riforma della attività formativa, che dovrà fare un salto di qualità e finirà per coinvolgere tanti giovani, il loro avvenire, le famiglie: dunque il grande progetto di autovalutazione della didattica, gli incisivi interventi per migliorare la produttività, ridurre gli abbandoni, tagliare il numero dei fuori corso, degli studenti inattivi, dei falsi studenti; infine l’occupabilità dei laureati. E poi, inestricabilmente legate, le politiche reali di promozione e sostegno della ricerca e l’assistenza sanitaria. Inoltre la riorganizzazione del modello gestionale dell’amministrazione con uno sviluppo ed un’estensione delle attività di programmazione e controllo; la totale revisione dello statuto dell’autonomia; l’impegno contro il precariato dei giovani ricercatori; la lotta al localismo, l’adesione ad una nuova metodologia di governo fondata su progetti e programmi.
Sul piano edilizio dovrà avere la priorità la definitiva collocazione della Facoltà di Economia; si dovrà pensare ad un Piano di intervento immediato per le aule della Facoltà di Agraria, per l’accreditamento europeo della Facoltà di Medicina Veterinaria, per il complesso bionaturalistico di Piandanna, per l’aggregazione dell’Università in poli omogenei all’interno del tessuto urbano di Sassari. Inoltre il nuovo lotto di Farmacia, l’allargamento di Lettere e Lingue, la sinergia con l’ERSU per la realizzazione di campus per favorire la nascita di vere comunità di studenti e docenti, ma anche per la ricerca e l’alta formazione di qualità.
Ma al di là dell’edilizia occorre imprimere in tutte le nostre attività di insegnamento e di ricerca una svolta culturale profonda, una spinta all’innovazione e al confronto con altri atenei italiani ed europei in cui trovino nuovo spazio i ricercatori veri che non scompaiano nel confronto internazionale e che siano disposti a investire in una struttura universitaria che voglia davvero coinvolgerli nelle decisioni. Occorre ancora un forte investimento per le strutture informatiche, per incrementare le competenze linguistiche e matematiche degli studenti, per intensificare gli scambi internazionali, per rafforzare la rete di relazioni con le altre università e, insieme, per sostenere l’innovazione e sviluppare la “terza missione”, estendendo il legame con il territorio, per la difesa dell’ambiente naturale, dei beni culturali, del patrimonio. Soprattutto potenziare ricerca e didattica mirate ad aspetti innovativi nelle metodologie di approccio anche alle risorse del territorio, alla cultura isolana ed all’offerta turistica della Sardegna.
Dunque i problemi che dobbiamo affrontare impongono di lavorare insieme non solo per reperire nuove risorse finanziarie, ma anche per costruire interventi e soluzioni efficaci, attraverso una programmazione condivisa e di largo respiro e attraverso una politica di ascolto, di dialogo e di confronto che coinvolga tutti i protagonisti – i docenti, il personale tecnico amministrativo, gli studenti -, senza perdere l’aiuto e il contributo di nessuno.

Sassari, 17 giugno 2009.



Attilio Mastino

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