Al prof. Virgilio Mura
Preside della Facoltà di Scienze Politiche
SEDE
Caro Lio,
il tuo terzo intervento nella campagna elettorale per l’elezione del Rettore della nostra Università richiama l’esigenza di promuovere incontri di comunicazione trasversale e occasioni di confronto diretto. Come sai ho scelto il primo metodo per quasi tutti gli incontri fin qui svolti su mia iniziativa, mischiando le carte, facendo incontrare colleghi provenienti dalle diverse Facoltà, Dipartimenti, Uffici e non limitandomi ad una sola categoria. Quanto agli incontri diretti tra i candidati, Ti ricordo che dopo il primo dibattito promosso dalla CISL il 20 marzo scorso ce ne sono stati numerosi altri. Un nuovo confronto è promosso per il prossimo 4 giugno dalla Conferenza dei Direttori dei Dipartimenti, mentre sono in corso gli incontri con tutti i Consigli di Facoltà. Del resto, come sai, non è nel mio costume sottrarmi al dibattito. Avverto anzi sempre di più il dovere di discutere il mio programma, difendendo a testa alta le scelte strategiche che intendo proporre.
Non credo, peraltro, che si possa irrigidire troppo la programmazione distinguendo le cose da fare il I anno, da quelle da portare avanti nel II e nel III anno: nel mio programma del resto ho indicato sempre, accanto ai principi, gli obiettivi, le priorità, i tempi, gli strumenti e, dove possibile, le risorse disponibili. Fissare le priorità degli interventi, le urgenze, il quadro di riferimento e la scala dei valori è certamente compito del nuovo Rettore, dei suoi collaboratori e degli organi accademici rinnovati, che - dopo aver ascoltato le diverse componenti dell’Ateneo - dovranno assumere in proprio la responsabilità delle scelte. A mio modo di vedere l’impegno prioritario deve riguardare la riforma della attività formativa, che dovrà conoscere un salto di qualità e finirà per coinvolgere tanti giovani, il loro avvenire, le famiglie: dunque il progetto di autovalutazione della didattica, gli incisivi interventi per migliorare la produttività, ridurre gli abbandoni, tagliare il numero dei fuori corso, degli studenti inattivi, dei falsi studenti; infine l’occupabilità dei laureati. E poi, inestricabilmente legate, le politiche reali di promozione e sostegno della ricerca e l’assistenza sanitaria. Inoltre la riorganizzazione del modello gestionale dell’amministrazione con una estensione delle attività di programmazione e controllo; la totale revisione dello statuto dell’autonomia; l’impegno contro il precariato dei giovani ricercatori; la lotta al localismo, l’adesione ad una nuova metodologia di governo fondata su progetti e programmi.
Sul piano edilizio la priorità sarà certamente la definitiva collocazione della Facoltà di Economia, che dopo 17 anni di vita merita una attenzione puntuale e risolutiva e deve avere al più presto la disponibilità di alcune aule di grandi dimensioni. In attesa di una soluzione definitiva dei problemi edilizi, si deve pensare ad un Piano di intervento immediato per le aule della Facoltà di Agraria, per l’accreditamento europeo della Facoltà di Medicina Veterinaria, per il complesso bionaturalistico di Piandanna, per l’aggregazione dell’Università in poli omogenei all’interno della città di Sassari. Inoltre il nuovo lotto di Farmacia, l’allargamento di Lettere e Lingue, la sinergia con l’ERSU per la realizzazione di campus per favorire la nascita di vere comunità di studenti e docenti, ma anche per la ricerca e l’alta formazione di qualità. Al di là dell’edilizia occorre però una svolta culturale profonda, è necessario dare spazio ai ricercatori veri che non scompaiano nel confronto internazionale e che siano disposti a investire in una struttura universitaria che li coinvolga davvero nelle decisioni. Occorre ancora un forte investimento per le strutture informatiche, per incrementare le competenze linguistiche e matematiche degli studenti, per sostenere gli scambi internazionali, per rafforzare la rete di relazioni con le altre università e, insieme, per sostenere l’innovazione e sviluppare la terza missione, estendendo il legame con il territorio, per la difesa dell’ambiente naturale, dei beni culturali, del patrimonio. Soprattutto potenziare ricerca e didattica mirate ad aspetti innovativi nelle metodologie di approccio alla cultura locale ed all’offerta turistica della Sardegna. Per raggiungere alcuni obiettivi dovremo cogliere le opportunità offerte dai fondi strutturali europei ed è necessario confrontarsi maggiormente con il mondo della politica e dell’impresa.
Non ci debbono essere spazi di esclusione e spazi di privilegio: intendo lavorare per una forte rappresentanza femminile nella Giunta di Ateneo e per un rilancio del Comitato delle Pari opportunità che sia veramente aperto alla realtà che ci circonda, che si batta per il principio di uguaglianza e contro ogni forma di discriminazione. Infine dobbiamo riempire di contenuti efficaci il nuovo ruolo statutario del Garante degli studenti, con una funzione di prestigio e forte rappresentanza.
La nascita della Giunta di Ateneo dei delegati è prevista dall’art. 13 dello Statuto, allo scopo di avviare una gestione collegiale e partecipata, in parallelo con la struttura delle aree dirigenziali: intendo superare l’attuale sistema delle deleghe del Rettore, riducendo di numero i delegati, scelti sulla base delle loro competenze e con ampia autonomia. Il Prorettore deve garantire autorevolezza e stima. In linea di massima distinguerei le deleghe strategiche per grandi temi:
- Organizzazione della didattica, alta formazione, diritto allo studio e servizi agli studenti
- Ricerca e trasferimento tecnologico
- Gestione delle risorse e politiche di bilancio
- Medicina universitaria
- Informatica, comunicazione e diffusione delle conoscenze (il delegato presiederà il Comitato tecnico scientifico)
- Infrastrutturazione e gestione del patrimonio edilizio.
Altre deleghe rettorali:
- Internazionalizzazione e programmazione dei fondi strutturali europei
- Politiche e studi di genere
- Reperimento di risorse per l’acquisto di importanti attrezzature scientifiche e sanitarie.
Non escludo un’audizione preliminare dei delegati in Senato Accademico, sulla base del programma che ho presentato agli elettori.
La valutazione della produttività didattica deve essere rapidamente avviata sulla base del nuovo modello di autovalutazione e con una verifica dei requisiti necessari dei singoli corsi di laurea: numero dei docenti, numero dei settori coperti, numero degli studenti, produttività, rapporto formazione-lavoro.
La valutazione della ricerca dovrà fondarsi sulla nuova anagrafe (in rapporto ai pesi fissati dai Comitati d’area) e sulla prossima indagine CIVR.
Il nuovo dirigente del settore Programmazione dovrà garantire l’introduzione della nuova contabilità economico-patrimoniale con un aggiornamento della formazione del personale coinvolto.
Le difficoltà finanziarie si affronteranno migliorando la produttività soprattutto nella didattica, difendendo il Fondo di Funzionamento Ordinario, ampliando le risorse provenienti dalla Regione Sardegna, dal territorio, dalle prestazioni in conto terzi.
Campi nei quali l’impegno del Rettore deve essere supportato dall’attività dei delegati, degli organi accademici, dei dirigenti, di tutta la comunità universitaria.
È per questo che ho voluto che il mio programma per il prossimo triennio fosse espressione di un ampio approfondimento che dovrà accompagnare però anche la fase post-elettorale, senza trascurare nessuno: con rispetto per gli interlocutori e capacità di ascolto. Spero di aver dato risposta, con queste annotazioni, alla tua richiesta di chiarimenti.
Un caro saluto.
Sassari, I giugno 2009.
Attilio Mastino
Preside della Facoltà di Scienze Politiche
SEDE
Caro Lio,
il tuo terzo intervento nella campagna elettorale per l’elezione del Rettore della nostra Università richiama l’esigenza di promuovere incontri di comunicazione trasversale e occasioni di confronto diretto. Come sai ho scelto il primo metodo per quasi tutti gli incontri fin qui svolti su mia iniziativa, mischiando le carte, facendo incontrare colleghi provenienti dalle diverse Facoltà, Dipartimenti, Uffici e non limitandomi ad una sola categoria. Quanto agli incontri diretti tra i candidati, Ti ricordo che dopo il primo dibattito promosso dalla CISL il 20 marzo scorso ce ne sono stati numerosi altri. Un nuovo confronto è promosso per il prossimo 4 giugno dalla Conferenza dei Direttori dei Dipartimenti, mentre sono in corso gli incontri con tutti i Consigli di Facoltà. Del resto, come sai, non è nel mio costume sottrarmi al dibattito. Avverto anzi sempre di più il dovere di discutere il mio programma, difendendo a testa alta le scelte strategiche che intendo proporre.
Non credo, peraltro, che si possa irrigidire troppo la programmazione distinguendo le cose da fare il I anno, da quelle da portare avanti nel II e nel III anno: nel mio programma del resto ho indicato sempre, accanto ai principi, gli obiettivi, le priorità, i tempi, gli strumenti e, dove possibile, le risorse disponibili. Fissare le priorità degli interventi, le urgenze, il quadro di riferimento e la scala dei valori è certamente compito del nuovo Rettore, dei suoi collaboratori e degli organi accademici rinnovati, che - dopo aver ascoltato le diverse componenti dell’Ateneo - dovranno assumere in proprio la responsabilità delle scelte. A mio modo di vedere l’impegno prioritario deve riguardare la riforma della attività formativa, che dovrà conoscere un salto di qualità e finirà per coinvolgere tanti giovani, il loro avvenire, le famiglie: dunque il progetto di autovalutazione della didattica, gli incisivi interventi per migliorare la produttività, ridurre gli abbandoni, tagliare il numero dei fuori corso, degli studenti inattivi, dei falsi studenti; infine l’occupabilità dei laureati. E poi, inestricabilmente legate, le politiche reali di promozione e sostegno della ricerca e l’assistenza sanitaria. Inoltre la riorganizzazione del modello gestionale dell’amministrazione con una estensione delle attività di programmazione e controllo; la totale revisione dello statuto dell’autonomia; l’impegno contro il precariato dei giovani ricercatori; la lotta al localismo, l’adesione ad una nuova metodologia di governo fondata su progetti e programmi.
Sul piano edilizio la priorità sarà certamente la definitiva collocazione della Facoltà di Economia, che dopo 17 anni di vita merita una attenzione puntuale e risolutiva e deve avere al più presto la disponibilità di alcune aule di grandi dimensioni. In attesa di una soluzione definitiva dei problemi edilizi, si deve pensare ad un Piano di intervento immediato per le aule della Facoltà di Agraria, per l’accreditamento europeo della Facoltà di Medicina Veterinaria, per il complesso bionaturalistico di Piandanna, per l’aggregazione dell’Università in poli omogenei all’interno della città di Sassari. Inoltre il nuovo lotto di Farmacia, l’allargamento di Lettere e Lingue, la sinergia con l’ERSU per la realizzazione di campus per favorire la nascita di vere comunità di studenti e docenti, ma anche per la ricerca e l’alta formazione di qualità. Al di là dell’edilizia occorre però una svolta culturale profonda, è necessario dare spazio ai ricercatori veri che non scompaiano nel confronto internazionale e che siano disposti a investire in una struttura universitaria che li coinvolga davvero nelle decisioni. Occorre ancora un forte investimento per le strutture informatiche, per incrementare le competenze linguistiche e matematiche degli studenti, per sostenere gli scambi internazionali, per rafforzare la rete di relazioni con le altre università e, insieme, per sostenere l’innovazione e sviluppare la terza missione, estendendo il legame con il territorio, per la difesa dell’ambiente naturale, dei beni culturali, del patrimonio. Soprattutto potenziare ricerca e didattica mirate ad aspetti innovativi nelle metodologie di approccio alla cultura locale ed all’offerta turistica della Sardegna. Per raggiungere alcuni obiettivi dovremo cogliere le opportunità offerte dai fondi strutturali europei ed è necessario confrontarsi maggiormente con il mondo della politica e dell’impresa.
Non ci debbono essere spazi di esclusione e spazi di privilegio: intendo lavorare per una forte rappresentanza femminile nella Giunta di Ateneo e per un rilancio del Comitato delle Pari opportunità che sia veramente aperto alla realtà che ci circonda, che si batta per il principio di uguaglianza e contro ogni forma di discriminazione. Infine dobbiamo riempire di contenuti efficaci il nuovo ruolo statutario del Garante degli studenti, con una funzione di prestigio e forte rappresentanza.
La nascita della Giunta di Ateneo dei delegati è prevista dall’art. 13 dello Statuto, allo scopo di avviare una gestione collegiale e partecipata, in parallelo con la struttura delle aree dirigenziali: intendo superare l’attuale sistema delle deleghe del Rettore, riducendo di numero i delegati, scelti sulla base delle loro competenze e con ampia autonomia. Il Prorettore deve garantire autorevolezza e stima. In linea di massima distinguerei le deleghe strategiche per grandi temi:
- Organizzazione della didattica, alta formazione, diritto allo studio e servizi agli studenti
- Ricerca e trasferimento tecnologico
- Gestione delle risorse e politiche di bilancio
- Medicina universitaria
- Informatica, comunicazione e diffusione delle conoscenze (il delegato presiederà il Comitato tecnico scientifico)
- Infrastrutturazione e gestione del patrimonio edilizio.
Altre deleghe rettorali:
- Internazionalizzazione e programmazione dei fondi strutturali europei
- Politiche e studi di genere
- Reperimento di risorse per l’acquisto di importanti attrezzature scientifiche e sanitarie.
Non escludo un’audizione preliminare dei delegati in Senato Accademico, sulla base del programma che ho presentato agli elettori.
La valutazione della produttività didattica deve essere rapidamente avviata sulla base del nuovo modello di autovalutazione e con una verifica dei requisiti necessari dei singoli corsi di laurea: numero dei docenti, numero dei settori coperti, numero degli studenti, produttività, rapporto formazione-lavoro.
La valutazione della ricerca dovrà fondarsi sulla nuova anagrafe (in rapporto ai pesi fissati dai Comitati d’area) e sulla prossima indagine CIVR.
Il nuovo dirigente del settore Programmazione dovrà garantire l’introduzione della nuova contabilità economico-patrimoniale con un aggiornamento della formazione del personale coinvolto.
Le difficoltà finanziarie si affronteranno migliorando la produttività soprattutto nella didattica, difendendo il Fondo di Funzionamento Ordinario, ampliando le risorse provenienti dalla Regione Sardegna, dal territorio, dalle prestazioni in conto terzi.
Campi nei quali l’impegno del Rettore deve essere supportato dall’attività dei delegati, degli organi accademici, dei dirigenti, di tutta la comunità universitaria.
È per questo che ho voluto che il mio programma per il prossimo triennio fosse espressione di un ampio approfondimento che dovrà accompagnare però anche la fase post-elettorale, senza trascurare nessuno: con rispetto per gli interlocutori e capacità di ascolto. Spero di aver dato risposta, con queste annotazioni, alla tua richiesta di chiarimenti.
Un caro saluto.
Sassari, I giugno 2009.
Attilio Mastino
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